Gli eventi delle guerre mondiali sulla pietra degli orologi solari

PERUGIA – Gli eventi delle guerre mondiali sulla pietra degli orologi solari. Questo il tema di un nuovo incontro culturale organizzato dalla Sezione di Perugia, presieduta da Rita Bacoccoli, nell’ambito dei tradizionali “Giovedì dell’Anmig”. A parlarne, in occasione della conferenza organizzata nel salone multimediale della Sezione lo scorso 29 maggio, il socio e consigliere Mauro Bifani, esperto in materia.
Gli orologi solari, spesso chiamati semplicemente meridiane, sono strumenti usati dall’antichità e fino agli inizi del ‘900 per misurare lo scorrere quotidiano del tempo attraverso l’ombra del sole proiettata da uno stilo su una superficie sottostante. Con il passare dei secoli si avvicendarono vari sistemi di misurazione. Questi strumenti segnano l’ora locale, ben diversa dall’ora civile, al giorno d’oggi usata in tutto il mondo. Ormai il loro uso è solo estetico e dimostrativo. Le ore delle antiche meridiane sono molto diverse dall’ora civile segnata dai nostri moderni orologi ma tra ‘800 e ‘900 gli gnomonisti cercarono di avvicinarsi all’ora civile che avrebbe comunque decretato rapidamente la loro fine.
L’Ora Civile è il tempo medio del meridiano centrale del fuso orario in cui si trova una località. Leggendo l’ora di una meridiana ben realizzata potremmo avere un’indicazione diversa anche di un quarto d’ora rispetto a quanto indicato dagli orologi. Questa differenza è dovuta alla posizione dell’osservatore, alla Costante locale, e all’Equazione del Tempo. In ogni fuso orario abbiamo la stessa ora civile, ma tra un osservatore che si trova sulla verticale Est del fuso e quello che si trova su quella Ovest ci sono 60 minuti di differenza dell’ora solare vera.
In Italia il fuso centrale di riferimento è quello dell’Etna. La maggior parte del territorio si trova ad Ovest, quindi gli orologi di molti italiani indicano l’ora in anticipo. Puglia, Calabria e Basilicata sono le uniche regioni completamente a Est del meridiano.
La velocità di rivoluzione della terra attorno al sole non è costante e l’Equazione del Tempo è la sua rappresentazione grafica o tabellare. La Costante Locale è la differenza in minuti, unica per ogni luogo, da aggiungere o togliere per passare dall’ora solare all’ora civile. Quindi per passare dall’ora solare di una meridiana all’ora civile dell’orologio meccanico dobbiamo aggiungere o togliere la costante locale e l’Equazione del tempo per il giorno in questione.
Ma gli orologi solari hanno un’altra cosa in più rispetto ai loro moderni colleghi: il motto. Il motto è parte integrante di un orologio solare, scritto in italiano in latino, è il messaggio che il costruttore rivolge a coloro che si troveranno a passare dinanzi al quadrante. Il significato è a volte canzonatorio, ammonitorio, poetico, religioso, può essere anche tetro. Il motto invita il passante alla sosta, alla meditazione ed è sicuramente la cosa che rimane più impressa nella mente di chi osserva una meridiana.
Il tema dei motti è la caducità delle cose con le sue conseguenze o la morte come massimo epilogo delle vanità umane. Qualunque sia il contenuto è un messaggio diretto al cuore del passante come un concentrato di filosofia o saggezza popolare.
Le Pietre della Memoria, oggetto di catalogazione e studio nell’omonimo portale web del progetto Anmig (www.pietredellamemoria.it), sono manufatti di varie tipologie realizzati per ricordare avvenimenti o persone che persero la vita nel corso dei due conflitti mondiali.
In alcuni casi moderni gnomonisti, nel loro complesso lavoro di progettazione degli orologi solari, hanno sapientemente creato un legame tra l’ora segnata e uno o più eventi di importanza storica accaduti in quel luogo attraverso il motto. In fondo qualsiasi fatto che accade è contraddistinto da una data e un’ora precisa: il momento esatto in cui si è verificato. Questo legame è reso in modo esplicito nel motto di questi orologi. Si può quindi affermare che questi orologi solari sono allo stesso tempo Pietre della Memoria. Un binomio a primo impatto impensabile ma, come avremo modo di vedere, molto appropriato e interessante. Basta solo pensare a come l’idea sia maturata nelle menti degli ideatori.
Il Capitano Enrico Alberto d’Albertis (1846 – 1932) realizzò nel corso, e dopo la prima guerra mondiale, vari orologi solari con questa particolarità. Era un navigatore, scrittore, etnologo e filantropo italiano. Vantava tra le sue amicizie quelle con Gabriele D’Annunzio ed Edmondo de Amicis che lo definì: un girovago pintor di meridiane. Sono suoi l’Orologio solare in memoria delle Truppe Alpine e della Grande Guerra ad Aosta, l’Orologio solare in memoria del bombardamento di Aquileia. Gli orologi solari a Trento e Trieste in ricordo dell’annessione all’Italia delle due città. L’orologio solare del Reggimento Marina a Ca’ Gamba – Jesolo (VE). L’orologio solare sull’isola di Sant’Andrea – Venezia e l’orologio solare al porto di Grado.
Realizzato nel 1998 dal professor Giulio Maurizio Amore l’orologio solare orizzontale in memoria dei Caduti di Airola (BN) con un quadrante circolare di 9 mt di diametro e un stilo a vela alto 4.20 mt. In bronzo. Sullo stilo sono incisi i nomi dei caduti di tutte le guerre di Airola.
In Umbria una realizzazione recente, opera dell’architetto Francesco Rosi, l’orologio solare a Montone (PG) in memoria del militare indiano Yeshwant Ghadge caduto in combattimento nella zona e decorato con la Victoria Cross. L’orologio solare crea un legame virtuale tra Montone e Palasgaon la città di nascita di Ghadge.
IL VIDEO DELLA CONFERENZA