Ad Asiago per ricordare

15 Gennaio 2019, pubblicato da

“Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.” (José Saramago)

La sezione di Macerata come ogni anno ha organizzato “ Il viaggio della Memoria” certi che è solo facendo esperienza di luoghi e di testimonianze che si alimenta la consapevolezza del nostro credere nella Pace e del ruolo culturale della nostra Associazione. Quest’anno la meta è stata L’Altopiano di Asiago e Vicenza. All’arrivo al Sacrario siamo stati accolti da un militare che ci ha guidato in fila per due fino alla cappella ottagonale. Con una semplice cerimonia abbiamo ricordato i tanti soldati morti nella Grande Guerra e commossi abbiamo deposto una corona d’alloro e abbiamo recitato la Preghiera del Mutilato. Il sacrario militare di Asiago, più noto come sacrario del Leiten a 1085 metri di quota, è uno dei principali ossari militari della Prima guerra mondiale. Nel Sacrario sono sepolti i resti dei Caduti italiani provenienti dai 35 cimiteri di guerra prima esistenti nella zona dell’Altipiano di Asiago. I Caduti noti sono custoditi in loculi individuali posti in ordine alfabetico lungo le gallerie perimetrali e assiali; gli ignoti sono raccolti in tombe collettive poste lungo le gallerie assiali. Asiago fu uno dei principali teatri di azioni belliche nel corso della Grande Guerra. Tra noi vi era anche il nipote di un militare che è sepolto proprio nel sacrario, si può immaginare la commozione. Nella Cappella ottagonale, alle pareti sono collocati i resti di dodici caduti decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare tra cui il maceratese Eugenio Niccolai, eroe della Brigata Sassari. Nel pomeriggio, dopo l’arrivo al Rifugio Campolongo, ci siamo incamminati per 3 km verso il Forte di Campolongo a 1720 m.  Interessante vedere come per tanto tempo i soldati abbiano vissuto isolati. Il forte venne costruito negli anni 1912 – 1914, era una delle più moderne costruzioni del Genio Militare italiano. Edificato su due piani, sulla sommità si trovavano le cupole coi cannoni, mentre in posizione rialzata erano posizionate le mitragliatrici. All’interno si trovava una polveriera, un osservatorio, la centrale elettrica con relativo generatore e i rifugi dei soldati.

Un altro viaggio commovente e pieno di significati perché “La memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita.”. (Mario Rigoni Stern)

di Daniela Meschini