LA LIBERAZIONE DI JESI RACCONTATA A SCUOLA

La Sezione Anmig di Jesi, ormai conosciuta nel mondo scolastico del territorio, grazie ai rapporti stabiliti dalla Presidente Bartolini Beatrice, per ricordare gli 80 anni della Liberazione ha promosso un incontro sulla Liberazione di Jesi con l’Istituto Scolastico Monte Tabor. La lezione, svolta dalla Prof.ssa Daniela Meschini, membro della Direzione Nazionale, ha suscitato profondo interesse tra gli alunni attenti e partecipativi. Con l’aiuto delle slide la docente ha parlato della Liberazione di Jesi.
Dopo l’8 settembre, a Jesi, venne costituito un ufficio politico fascista con il compito di ricercare e conoscere l’attività dei partigiani dell’Appennino centrale. Intanto nella zona iniziavano ad organizzarsi le prime bande e i Gap cittadini coordinati da Pacifico Carotti. Numerosi furono nei mesi successivi gli episodi di violenze contro i fascisti della zona alle quali puntualmente facevano seguito esecuzioni e rastrellamenti di partigiani e di civili. I primi bombardamenti iniziarono in novembre, il primo, il 3 novembre, interessò l’aeroporto, visitato solennemente da Mussolini nel 1939, accanto al quale dal 1940 era in funzione la sede marchigiana della fabbrica lombarda di aerei militari Savoia Marchetti. Da quel momento la popolazione iniziò a sfollare. La liberazione di Jesi avvenne il 20 luglio 1944, quando la città fu liberata dalle truppe nazifasciste. L’avanzata degli alpini del Corpo Italiano di Liberazione (CIL) fu decisiva, entrando in città alle 6:30 dopo aver attraversato il fiume Esino. La docente ha raccontato la storia di Fernanda Paci partigiana e dell’importanza delle donne nella Resistenza terminando la lezione con una filastrocca molto apprezzata.
FILASTROCCA PARTIGIANA
L’8 Settembre venne firmato l’armistizio
e la guerra civile ebbe inizio.
Mentre il re gran vigliacco scappava via
Mussolini fuggiva a Salò per altra via
una nuova Repubblica voleva creare
ma tanti non vollero andare.
I tedeschi e i fascisti uccidevano senza pietà
bisognava combattere per la libertà.
I tedeschi e i fascisti nelle case rubavano
e nelle piazze poveri uomini uccidevano.
Tanti giovani decisero allora
di andare sui monti perché era giunta l’ora
di cacciare i tedeschi e i fascisti dalle città
perché di nessuno avevano pietà
mentre le donne in bicicletta
portavano di gran fretta
pane, armi e messaggi
per far sapere i passaggi
di quegli uomini cattivi
e salvare tanti ancora vivi
Senza nessun aiuto
i giovani hanno combattuto
per donarci libertà
e poter vivere in serenità
E grazie dobbiamo dire
a quelli che non abbiamo visto morire
è grazie a loro che oggi viviamo
nella libertà che amiamo
È questa la storia della Resistenza
che all’Italia ha dato speranza. (D. Meschini)
L’incontro è terminato con un grande applauso e con una esortazione “che è nostro dovere ricordare il sacrificio di coloro che morirono e questa importante ricorrenza, che rappresenta il nostro 𝟐𝟓𝐀𝐏𝐑𝐈𝐋𝐄, è un dovere morale e un impegno a preservare la memoria di quei giorni e dei valori che rappresentano.